martedì 23 marzo 2010

STORIA DI NERIO


Storia di un uomo sfigato… anzi molto sfigato…

Mi chiamo Nerio Ferretti, classe 1951, nato a Arezzo. Tratto in arresto per la prima e unica volta nel 1994, condannato a pena definitiva a anni 17 e spiccioli per il reato riciclaggio. Premesso non a danno degli azionisti o risparmiatori ma a danno della Banca Centrale Italiana, raggirata secondo il Tribunale con titoli di stato. Avevo una quarantina di anni al momento dell’arresto, è pesavo all’ingresso in carcere (documentato cartella clinica Kg 82 ). Questo il mio calvario, a parte la presunzione di innocenza ho dovuto prendere atto della condanna definitiva cosi esorbitante da superare tangentopoli e i vari Parmalat e Cirio. Nonostante cercassi di prendere alla meglio tale situazione, girando tutti i cimiteri dei vivi sparsi per l’Italia, il mio corpo o meglio una parte si ammalò.
Operato d’urgenza in un ospedale civile a causa di un tumore mi venne esportato lo stomaco intero, proprio l’intero stomaco, mi alimento se cosi si può dire con brodini, succhi di frutta, pane bagnato nell’acqua. I miei genitori ci morirono di crepacuore. La dea bendata della sfortuna che però ci vede bene evidentemente non sazia, mi bacio nuovamente, regalandomi un forte diabete, una gamba mi sta andando in cancrena. Per la causa effetto di queste patologie ho problemi di denti e vista, deperito mio malgrado e problemi di pressione arteriosa. Dai 82 kg peso attualmente 40 kg. Sono di fatto uno scheletro che cammina… riconosciuto invalido civile al cento per cento, percepisco una minima pensione di invalidità. Il mio difensore diverse volte, l’ultima pochi mesi fa, perorò la mia causa davanti al Sinedrio del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, rigettando la mia richiesta di affidamento ai servizi sociali o in detenzione domiciliare (attualmente il mio fine pena è marzo 2007). Queste le motivazioni: Il Ferretti può benissimo essere curato presso il centro clinico carcerario (figuriamoci) e banalità del genere. La cosa più assurda la motivazione della dottoressa del centro clinico che mi aveva in cura ( da non credere in atti ) il Ferretti è un malato immaginario o meglio si ammala perché è depresso psicologicamente.

Se solamente potessi mandarvi una fotografia del mio corpo nudo, malato immaginario, paragonabile a quei poveri corpi visti in tv reduci dei campi di concentramento, ma potete venire a vedermi sempre se vi fanno entrare in carcere.
Lo scrittore Victor Hugo ripeteva che grattare la parola giudice troverete la parola boia … posso solo darci ragione. Quello che mi fa male, molto male e nel contempo che scrivo queste mie riflessioni amare i saduccei e farisei che mi hanno messo in croce assieme alla proba dottoressa del carcere di Pisa si fanno delle mangiate di aragosta alla catalana e bistecche alla fiorentina sic ! io invece il solito brodino vegetale per tenere in piedi i miei 40 kg con molta fatica, dato che continuo a perdere peso, che infamità questa giustizia forte con i deboli, debole con i forti.
Venite a trovarmi, ma fate presto, molto presto, sono come il panda, in via di estinzione, sono un uomo non protetto …
Grazie per avermi letto

Nerio Ferretti
Carcere di Pisa – giugno 2006


Ricordo, le prime volte che ti vedevo: lavoravi in cucina con quei pentoloni giganteschi che ci potevi entrar dentro, ricordo che ti osservavo in sezione cercando di capire cosa potevi aver combinato per essere li. Sembravi tutto fuori che un criminale, e infatti non lo eri cioè non lo sei. I criminali sono quelli che hanno tenuto in carcere per tutti quegli anni una persona come te, senza stomaco, diabetico ecc. ecc. Però Nerio non ti ho mai sentito lamentare, andavi avanti a testa alta facendo quello che c'era da fare. Ricordo quella volta che scivolasti in doccia e che venimmo ad alzarti: avevo quasi paura a toccarti tanto eri esile. Da li poi entrammo in confidenza, mi raccontasti la tua storia...ed io dissi "ma come è possibile" e ancora oggi continuo a dire...COME E' POSSIBILE??

lunedì 22 marzo 2010

VITA DURA PER I "NON SBIRRI"



VERGOGNOSA CONDANNA
Oggi è stata emessa la condanna per l'omicidio Raciti, lo sbirro morto durante il derby Catania-Palermo.
Dopo i 14 anni per Antonio Speziale, ne sono arrivati altri 11 per Daniele Micale. Eppure le immagini le abbiamo viste tutti, abbiamo visto come pochi attimi prima dell'incriminato "lancio del lavandino" l'ispettore Raciti viene investito da un Fuoristrada della Polizia, che non credo che gli abbia fatto il solletico. Ma tant'è che invece è il lavandino ad ucciderlo, o così vogliono che sia. Si perchè è comodo accusare due ragazzi, due Ultras. Due giovani che vivono di violenza, che hanno pregiudizi di Polizia...come gli piace scrivere queste parole! Fa comodo perchè da li è partito tutto: sono partiti i vari decreti antiviolenza, le varie leggi repressive che più repressive non si può. Mica possono tornare indietro ormai, mica possono ammettere che forse, e dico "forse" ad ammazzarlo è stato per disgrazia un collega. sarebbe ammettere la repressione a prescindere e non può essere. La vedova ha detto "giustizia è fatta" perchè non va a dirlo alle vedove delle vittime della Polizia che giustizia è fatta? E non dico a vedove o familiari di Ultras o manifestanti, no, che vada dalle famiglie Aldrovandi, Cucchi, Lonzi, Tortorici, Fichera ecc. tutti incensurati, rei solamente di essersi trovati uno sbirro a cui giravano le palle, e di palle glie ne ha piantata una in fronte, quando non l'ha massacrati di botte.
Qui "Giustizia non è stata fatta" ma si danno 11 e 14 anni a due ragazzi per un omicidio che di sicuro non volevano commettere.
E' dura non essere sbirri al giorno d'oggi!!!



SBALLAMENTI CARCERARI

Sono le sei del mattino, giorno di fine giugno 06, ho appena concluso il mio ritiro spirituale e mi appresto ad affrontare un’altra giornata, afosa, umida, calda nella graticola di questo carcere vecchio e malandato come il D. Bosco di Pisa. Sento rumore di scarponi, grida, urla, qualcuno piange e si dispera, tutti al piano di sopra, è in atto una sballamento o meglio dire sfollamento. I fortunati sono gli extra comunitari, per loro ogni regione va bene, tanto i più vivono nei paesi di origine. Il dramma è per gli italiani, naturalmente i responsabili fanno in modo di mandare i detenuti ancora distanti, lontano dai luoghi di residenza. Ho già provato sulla mia pelle in anni passati, ancora nel tepore della notte, con i sacchi grandi della spazzatura mettere dentro gli indumenti personali, poi in magazzino e via di questo passo, senza sapere la destinazione, rigorosamente ignota. Crudeltà inutile, ore di furgone sotto il sole, poi ingresso in altro carcere, anche questo sovra affollato, perquisizione corporali, si, sembra uno scherzo, ma anche se uno viene da un altro carcere, si deve spogliare nudo come l’ha fatto la mamma e fare le flessioni, per vedere se ha qualche oggetto o droga, da pazzi, direte voi, ma vero, questo è il dramma. Vi posso assicurare che gli sfollamenti sono un trauma da infarto, ma evidentemente un sadico piacere per i responsabili di tale sistema. Tutto questo è sconosciuto al popolo, per loro noi siamo sempre brutti neri e cattivi. Stavolta negli sfollamenti non ci rientro, mi manca un anno e vado in permesso dopo 19 anni di carcere, finisco di farmi il caffè.
Una volta in una parete di una cella di isolamento ho letto: “la vita di un uomo dipende da un altro uomo, cosi anche la sua rovina”. Vero verissimo, il mio pensiero va a quei detenuti che stanno partendo per ignoti confini. Umiliati, sconfitti, delusi, amareggiati, come pacchi postali che hanno smarrito la destinazione.
W l’ Italia
Giuseppe Musumeci
Ex detenuto carcere di Pisa – 30/06/06

Questa è un'altra lettera dell'amico Pippo, spero non si offenda se pubblico i suoi scritti, ma voglio cercar di far capire che cosa è la galera. La galera non è stare chiusi, certo all'aperto si sta meglio, ma il fatto di star chiusi è davvero il minimo. Ciò che abbruttisce, che distrugge è il metodo con cui annullano la persona, la sua identità. Li dentro sei solo un numero, un nome su un file o un foglio di carta. Dispongono di te a loro piacimento, come in questo caso: cosa gli costerebbe farti sapere qualche giorno prima, perchè loro lo sanno che devi essere trasferito non raccontiamoci cazzate,la tua destinazione cosicchè tu possa comunicarla ai tuoi cari? No invece, sarebbe trattarti da persona civile, cosa che per loro non sei ma però devi comportarti da tale sennò sono legnate, altri sballamenti e mesi aggiunti.
Sarebbe rieducazione questa? Sarebbe programma di reinserimento sociale questo? Quando uno esce dopo anni di "trattamento" (il trattamento Ludovico di Arancia Meccanica non è così paradossale in fondo)che ne rimane? L'ombra della persona che fu, diffidente verso tutto e tutti, perchè se uno non può fidarsi delle istituzioni, come è possibile che le rispetti? Rispettereste voi una persona che per anni vi ha pugnalato alle spalle? Io credo proprio di no!!!

sabato 20 marzo 2010

COME KUNTA KINTE!!!


Al costo di 20 euro, gli schiavi hanno ottenuto di non avere la catena al collo. Ma c’è stata un’involuzione dai tempi di Kunta Kinte. Prima c’era il negriero che si comprava il servo, si facevano le spedizioni in africa e si andava “a caccia di negri”. Adesso vengono da soli, con l’illusione di poter cambiare la loro vita e si ritrovano ammassati come bestiame in dormitori umidi, prelevati all’alba e riportati a “casa” solo dopo il tramonto. Ma sono clandestini e non hanno diritti. Se uno protesta, avanti un altro, che problema c’è? Nella tragedia che sta accadendo adesso sulle guerriglie civili da calabresi e immigrati, qualcuno si è dimenticato un pezzo.
E cioè: per chi lavoravano questi uomini? Chi erano i negrieri? E soprattutto: perchè i cittadini hanno tollerato fino ad ora che a lavorare assumessero gli immigrati? Non è che forse per 20 euro al giorno e senza vita non si sarebbe sporcato nessuno le mani? E come mai queste rivolte cittadine non ci sono mai state nemmeno quando sono stati fatti attacchi nella locride ai campi coltivati nei beni confiscati? Contro la ‘ndrangheta no, contro gli immigrati si.
Il calabrese medio accetta che il grande latifondista faccia lavorare a nero africani di tutte le razze, ma non accetta chel’africano si ribelli agli spari. Strana legge. Strana legalità quella di Maroni, che parla di tolleranza zero (ma non verso gli sfruttatori, ma verso gli sfruttati). Un governo che predica la politica della lotta all’evasione dovrebbe avere il mirino puntato verso i proprietari di quegli agrumeti che sfruttano i NEGRI a nero riducendoli a bestie con la catena invisibile della clandestinità.
Certo che se il datore di lavoro pagasse i contributi, non ci sarebbe problema di clandestini, non ci sarebbero problemi di altro genere. Facile però attaccare il debole, quindi perchè prendersela con il forte? Ipocriti anche gli appelli dei signori Napolitano e Turco, i primi a trattare una legge sugli immigrati puntando a fare dei CPT un business. Ipocrita tutta la destra che con la legge Bossi Fini non ha che peggiorato la situazione già fallata dalla sinistra.
Qui l’emergenza vera è della società civile, che dovrebbe schierarsi contro ogni sfruttamento e prevaricazione invece di favorire gli sfruttatori. Ora solo una cosa è certa, e che le prossime elezioni in calabria le vincerà la Lega, e questa insubordinazione degli schiavi contro gli schiavisti peggiorerà solo lo stato di degrado economico e sociale di tutto il paese di Rosarno, anzi, di tutta la Calabria.
Ipocrita anche la sorpresa delle istituzioni nazionali regionali e locali, perchè lì non si poteva non sapere cosa ci facevano quegli immigrati all’alba degli agrumeti o in quelle fabbriche dismesse per dormire. L’assenza dello Stato provoca tutto questo. Dove non c’è lo stato c’è criminalità. E invece di parlare di “negri che ci portano via il lavoro”, si pensi a denunciare gli schiavisti che preferiscono arricchirsi a zero spese senza dare lavoro ai cittadini del posto.
C’è un solo problema, e cioè che i clandestini con le attuali leggi sono destinati a rimanere tali, perchè nessun “italiano per bene” scuce un lavoro con contratto. Invece di pensare ai pesci piccoli, sarebbe bene eliminare la causa di questo degrado. Un degrado che conviene alla Chiesa, che nella sua ipocrisia (e si, non risparmiamo nemmeno la Chiesa), preferisce arricchire le casse della Caritas offrendo il pesce invece di insegnare a pescare.

martedì 2 marzo 2010


E' un Sabato pomeriggio come tanti a Pisa, Piazza delle Vettovaglie è gremita di gente per il consueto rito dell'Happy Hour e nessuno lo nota: lui un clochard, spregiatamente detto "barbone", un "Invisibile" come ce ne sono tanti in questa città. Solo che sta morendo, è in coma etilico sdraiato in terra tra la gente. Gente che lo scavalca come fosse un sacco di spazzatura, che lo evita facendo un largo giro come fosse un lebbroso. Ma lui sta male, ha bevuto troppo e complice la vita che fa è li incosciente.
Per fortuna passa una persona, Luisa Chincarini capogruppo dell'IDV ed essendo medico si appresta ad accertarsi delle sue condizioni e chiama subito un'ambulanza facendolo portar via. Adesso è in ospedale, sta ancora male ma forse la donna gli ha salvato la vita. Ma...se non passava lei? Quasi sicuramente tra l'indifferenza totale della gente e chissà quella stessa gente (se così si può chiamare) leggendo la notizia della morte, come si sarebbe sentita....io dico che si sarebbe sentita come se non fosse successo nulla, in fondo mica è colpa loro se lui beveva e aveva una vita sconsiderata. Ma forse questa vita se l'era ritrovata per vari motivi a noi oscuri, ma tra questi uno dei principali è stata sicuramente la diffidenza e l'indifferenza delle persone. Chiudo citando un pezzo di De Andrè che fa: "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior"
Mikepisa

giovedì 25 febbraio 2010

POLIZIOTTI EROI A PISA


Ieri pomeriggio a Pisa due eroici poliziotti il Sovrintendente Torsi e l'assistente Minozzi si sono distinti per aver effettuato il fermo di due pericolosissimi criminali ed il sequestro ad uno dei due di una letale arma in suo possesso. Ma veniamo ai fatti:
gli eroici tutori dell'ordine incrociavano ad un semaforo un auto sospetta con a bordo due pericolosi criminali, potenziali affiliati a qualche clan camorristico i quali vistosi notati aumentavano l'andatura fino ad una vera e propria fuga ad altissima velocità con la loro potente fiat 600, inducendo la volante ad uno spericolato inseguimento per le vie della città. L'auto veniva finalmente raggiunta e fermata sulla superstrada Fi-Pi-Li e dopo un accurata e non meno rischiosa perquisizione(data la pericolosità dei soggetti) uno di loro veniva trovato con addosso attorno alla vita, nei passanti dei pantaloni la pericolosissima e letale arma sopra citata: una "cintura di cuoio con una fibbia fatta a tirapugni". I due eroi in divisa, con estremo sprezzo del pericolo procedevano ad accompagnare i due sospetti camorristi in questura ed al sequestro di tale nociva e potentissima arma. Ebbene si, anche oggi i paladini della legge hanno reso più sicura la nostra città,togliendo una cintura dai pantaloni, quindi l'idea è di fare una raccolta di firme per proporli per un encomio al coraggio e al senso del dovere....oppure facciamo una raccolta alla S. Vincenzo dei Paoli così dopo la cintura gli troviamo anche il resto del guardaroba!!!

mercoledì 3 febbraio 2010


Berlusconi ha dichiarato che Israele è un esempio di democrazia
Questo ci fa capire in che mani siamo e la fine che potremmo fare se il Nanus Maleficarum non viene quanto prima messo a tacere. Chiamare democratico Israele è un insulto a tutto ciò che significa la parola democrazia. Un governo che nonostante l'olocausto sofferto si ostina a pretendere una terra promessa non si sa da chi, con ogni mezzo possibile. Che pur essendo una delle potenze economiche e militari più grandi, non rinuncia ad ottenere quel misero pezzetto di terra. Misero per Israele ma grande per paesi poveri come la Palestina, che altro non hanno che combattere coi sassi, contro missili terra- aria. Interi quartieri, città rase al suolo per colpire un solo terrorista, a volte anche solamente sospettato. Intere famiglie distrutte, cancellate. Questo non è un olocausto? Perché non facciamo due conti per vedere chi ne ha più morti: Israeliani o Palestinesi? Anche se di quest'ultimi il numero sarà inferiore, sempre di morti innocenti si tratta. Ma Israele è un esempio di democrazia, dice Silvio. E intanto a l'Aja viene annullata la sentenza di genocidio contro Al Bashir colpevole di 300.000 morti e 2milioni e mezzo di sfollati nel Sudan. Si va molto poco lontano così!!!


RADIO LONDRA...RADIO CARCERE

Oggi, martedì 21 giugno, anno del Signore 2006, sono le ore 21, tra pochi minuti inizierà attraverso Radio Radicale, la trasmissione per i detenuti, precisamente Radio Carcere, condotta da Riccardo Arena. Trasmissione decennale, centro, il dramma dei detenuti, come vivono ecc, telefonate in diretta da ex detenuti, lettere inviate sempre da detenuti e anche incontri in radio con vari esponenti politici, avvocati, magistrati. Si riparla di indulto, l’unica strada per saperne qualcosa di più è appunto radio carcere. In sezione scende una calma apparente, si abbassano i volumi delle tv, perfino gli extracomunitari con la loro radiolina si sintonizzano sulla stazione. Ogni cella diventa un centro partigiano, resistenza di uomini che anelano la libertà. Radio Londra, radio a transistor clandestine, che al momento e all’ora giusta accendevano sulla stazione inglese per sentire le ultime notizie sulla guerra. Oggi come all’ora per motivi diversi ma identico è lo sguardo sulle ali della libertà … sono certo anche per noi verrà un giorno in cui la libertà, la democrazia, l’uguaglianza sbarcherà nel nostro paese.

Certamente anche i pregiudicati se vivranno in una società giusta, onesta, essi stessi diventeranno onesti. Dopo avere parlato dello sciopero della fame di Pannella e di altri, dopo avere detto che a breve sarà messo in calendario la discussione dell’indulto, il conduttore parla dei morti in guerra: “ ricevo la lettera dal carcere di Prato, ci informano che Giuda Iscariota si è impiccato alle sbarre della cella, dal carcere di Solliciano, Barabba è deceduto nella notte, dopo avere chiesto aiuto per ore, è stata aperta una inchiesta. Dal carcere di Sulmona è morto tale Gesù, prima volta in carcere, dicono che era un sovversivo, deceduto sembra, da percosse da parte di guardie carcerarie, ignoti i motivi del pestaggio, anche qui sarà aperta una inchiesta. Dal carcere di Secondigliano ci fanno sapere che è morto Plinio il giovane, figlio del boss camorristico Plinio il vecchio, aveva un tumore alle ossa, sempre respinte le sue istanze di remissione in arresti domiciliari, chieste davanti al Sinedrio. I Farisei e Sadducei di turno, motivavano che poteva benissimo essere curato presso un centro clinico carcerario. Finito la lettura delle lettere, il bravo conduttore con la voce incrinata dà il saluto e ricorda il prossimo appuntamento per martedì prossimo, io ci sarò sic …

Giuseppe Musumeci
Ex detenuto carcere di Pisa – 21 giugno 2006

Lettera dell'amico Pippo nel periodo in cui si aspettava il tanto sospirato indulto

martedì 2 febbraio 2010









"Tua sorella Emanuela è viva e sta bene"
In Turchia Orlandi incontra Ali Agca

"ALI Agca, dimmi la verità: dov'è mia sorella Emanuela?". "Tua sorella, caro Pietro Orlandi, è viva e sta bene. Si trova in Europa, anche se non so esattamente in quale Paese. Quando ti fornirò certi documenti, queste carte ti aiuteranno e l'organizzazione che l'ha presa dovrà liberarla".
Dopo aver letto e sentito questa notizia non ho potuto far a meno di scriverci qualcosina. Dalle varie letture di libri inerenti alla criminalità Romana anni 70/80, e dei vari estratti processuali delle testimonianze, tutta questa storia sembra uno dei soliti vaneggiamenti di Alì Agca. Emanuela fu vittima degli intrighi tra la IOR (la banca Vaticana) e la Banda della Magliana. Quest'ultima usava la banca per riciclare il denaro sporco e la IOR che faceva i propri investimenti con questo denaro finanziò la campagna Polacca di Solidarnosch usando buona parte dei soldi affidatogli. Manuela, figlia di un impiegato vaticano fu rapita come controparte per la restituzione dei soldi alla banda, e in seguito uccisa e fatta sparire. Perché lei? Perché la figlia di un semplice impiegato e non di qualche pezzo grosso Vaticano? Perché la cosa avrebbe suscitato un polverone notevole, cosa che in questo modo sono riusciti a evitare, facendolo passare per un rapimento come ne avvenivano molti in quel periodo.
Ci sono testimonianze dirette e indirette del rapimento e la morte di Manuela, ci sono sospetti e sospettati ma nessuno è mai andato a fondo. Adesso se ne riparla, dando false speranze ai familiari, oppure magari un giorno qualcuno si deciderà a dire la verità. Ma con il Vaticano di mezzo ho dei forti dubbi.

lunedì 1 febbraio 2010

L'AGGREGAZIONE SOCIALE E' UN CRIMINE

Questa frase è stata pronunciata dall'ufficiale nazista Joseph Goebbels durante il processo di Norimberga. In poche parole è riassunto tutto il meccanismo di propaganda e di plagio delle menti del Terzo Reich. Basta individuare un nemico e accusarlo di qualsiasi crimine o pericolo, e ripetere le falsità 'cento, mille, un milione di volte'. La gente comincerà a crederci e qualsiasi menzogna si imporrà come verità.

Le falsità e le menzogne, le strumentalizzazioni che in questi mesi stanno colpendo l'ARCI e i suoi circoli non possono che far pensare ad una colossale opera di insulto e attacco degno di un apparato della propaganda.

I due quotidiani Libero e Il Giornale, tanto vicini ideologicamente quanto guardingi e cagnesci l'uno verso l'altro, improvvisamente nelle ultime settimane hanno trovato un nemico comune da combattere: l'ARCI. Il primo attacco recente è venuto dal quotidiano di Feltri, che in prima pagina, ha accusato un circolo di Milano, assieme al Naga (una onlus che assiste i migranti ) di aver redatto un manuale dell'illegalità. Nelle pagine prodotte dalle due associazioni, scandalo e vergogna dell'organo di stampa dei monarchici italiani, si informano i migranti su quali sono i loro diritti e come difenderli. Addirittura dagli abusi della burocrazia e delle forze dell'ordine. Probabilmente il pestaggio e la ragazza denudata e sbattuta in cella a Parma e i frequenti pestaggi di migranti per Feltri sono esempi di civile convivenza e difesa della legalità. Così come lo sfruttamento nei campi pugliesi (ma non solo) per turni di lavoro massacranti, sottopagati e in nero sono competitività produttiva nel sistema economico nazionale.

Esattamente una settimana dopo Il Giornale torna sull'associazione e lancia l'ultimo (ci sono precedenti nei mesi scorsi ) attacco. Parole di una violenza inaudita nelle quali l'ARCI diventa lo snodo di ogni illegalità e abuso italico. Descrivendo, fin nei minimi dettagli, una serata presso il circolo Magnolia di Milano a base di superalcolici, droghe e sballi vari. Sostanze legali, ma senza scontrino o alcuna ricevuta fiscale, e illegali. Una situazione che sarebbe preoccupante e inquietante, quasi verosimile, se non fosse che quella serata non c'è mai stata. Come ha dichiarato il presidente, la sera citata da Il Giornale il circolo era chiuso. Strumentale, e parziale, appare poi il riferimento al club di Genova che organizzava orgie e aveva ottenuto l'accreditamento come circolo ARCI. Dopo aver ironizzato in maniera grezza e banale, attaccando uno dei principi dell'associazione (la coesione e l'aggregazione sociale), il quotidiano non ricorda minimamente che, poche ore dopo l'intervento dei Carabinieri, l'accreditamento fosse stato prontamente ritirato, ponendo fine ad un raggiro che ha colpito l'associazione stessa per prima.

E' stato questo il terzo attacco in pochi mesi. Alcuni mesi fa, quando alcuni campi rom furono incendiati in tutta Italia, Il Giornale trasformò in una colpa la presenza di un operatore ARCI durante uno degli episodi. L'operatore fu definito un testimone totalmente non credibile, arrivando a teorizzare una 'industria della paura' ordita dai comunisti, con incendi realizzati ad hoc per attaccare il Governo Berlusconi e l'estrema destra. Accuse che, mosse da chi sulla paura del diverso, dell'immigrato, del musulmano vive e prospera da anni, appaiono decisamente squallide e fuori luogo. Perché l'ARCI, così come altre associazioni ed enti, non si trova nei campi rom per caso ma per una scelta di solidarietà e principi sacrosanti. Principi di integrazione multietnica, rispetto dei diritti, vicinanza con i più deboli ed emarginati della società. Parole che probabilmente ai frequentatori dei salotti televisivi e del jet-set mondano, sordi e ciechi di fronte alla società e alle sue istanze, appaiono terroriste e pericolose. E i salotti televisivi ci conducono direttamente al terzo attacco, insieme ad altri quotidiani e non solo, all'ARCI. Il principe dei salotti televisivi, Bruno Vespa, nei mesi scorsi ha pubblicato l'ultimo dei suoi libri. Affermando di essersi accostato alla società per far rinascere il giornalismo d'inchiesta sparito dalla cronaca italiana (Gomorra non è mai stato pubblicato ...). Vespa aggiunge di essere stato nei supermercati, a Lampedusa, a Napoli tra i cumuli dell'immondizia e in migliaia di altri posti. Nessuno l'ha mai visto ma tutti gli house organ dell'informazione mainstream si sono avventati a osannarlo e a diffonderne il sacro verbo. E, ovviamente, tra un'associazione che sono anni che vive coi migranti e i poveri della società italiana, che ne difende i diritti e ne vive le difficoltà, le sofferenze, l'esistenza quotidiana e un prezzolato opinionista, si sceglie il secondo. Le cifre, estrapolate non si è mai saputo da dove, di Vespa sono diventate l'ennesima occasione per attaccare l'ARCI e le altre realtà della solidarietà italiana.

Il durissimo comunicato stampa dell'ARCI dei giorni scorsi, non ripreso da nessuno, rappresentano l'indignazione per lo squallore, la strumentalizzazione e il degrado. Un degrado ancora più squallido nell'accertare che gli articoli del quotidiano del fratello del Presidente del Consiglio dei Ministri non giungono a caso. E hanno due mandanti ben specifici: un'associazione di esercenti, che si sente minacciata dalla socialità creata nei circoli ARCI, e uno specifico provvedimento governativo. Così come ricorda l'ARCI stessa, l'articolo di una delle ultime leggi emanate realizza una stretta verso le associazioni che forniscono servizi ricreativi e luoghi di incontro e aggregazione sociale.

I circoli ARCI, così come molti centri sociali e sedi di associazioni e movimenti, sono luoghi dove ci si incontra, ci si conosce. Ma soprattutto ci si confronta, si scambiano opinioni, si diffondono idee e pensieri. Per colui che ha definito la Costituzione Italiana 'sovietica', che ha tentato e tenta di piegare il diritto ai suoi interessi personali, che considera la cultura un peso e un costo inutili e una scimmia fallita il più grande statista del XXI secolo, tutto questo è pericoloso. Negli anni scorsi l'ARCI e i pacifisti, tutti coloro che si opposero al crimine della guerra e della morte infinita (sono agenzie governative statunitensi ad aver affermato che la guerra imperiale continuerà per decenni ...), furono definiti terroristi. Pericolosi criminali (magari da manganellare e pestare come suggerisce Cossiga, che è arrivato ad invocare violenza anche contro la Caritas e la curia di Milano, sicuramente luoghi di ritrovo di terroristi emuli di Al Qaeda... ) come coloro che difendono la cultura e l'istruzione pubblica, la salute e la propria libertà personale, come i migranti che chiedono dignità e diritti in quanto esseri umani e persone.

E' troppo facile per i vari Fini, Schifani (qualcuno comunque spieghi loro che Hitler gasò e incenerì non solo ebrei, ma anche altri popoli, dissidenti politici, omosessuali, religiosi vari, comunisti, oppositori ...) e compagnia danzante condannare e rinnegare i crimini di sessant'anni fa. Ma la dignità umana, il diritto alla vita e alla libertà vanno tutelati oggi, adesso. Il pensiero libero e creativo, il dissenso, non sono crimini. Sono l'aria che respiriamo, sono la speranza e gli ideali di ogni persona. Sono il motivo stesso per cui viviamo.

domenica 31 gennaio 2010

TASSATE!!!
Chiavette USB e Hard Disk come gioielli
Tassa su l'ipotesi di reato. Una nuova tassa S.I.A.E. farà aumentare il costo delle chiavette USB e dei vari hard disk per pagare i vari autori da eventuali violazioni del copyrigth. Quindi siamo tutti Pirati Informatici? Nel Medioevo punivano le potenziali streghe e i potenziali favoreggiatori di quest'ultime, mettevano gabelle per punire eventuali infrazioni. Ecco siamo allo stesso punto, ci tassano perché potremmo, dico potremmo usare i vari dispositivi per copiare musica e filmati violando i diritti degli autori. E chi invece ne fa un uso esclusivamente personale? Tassato, tassato e tassato! Senza guardare in faccia a nessuno. Però i dispositivi sono loro che ce li hanno messi tra le mani, loro ci hanno dato queste tecnologie, loro hanno creato la rete cosi libera e vasta, loro hanno affisso questo bel manifesto davanti le nostre facce e loro adesso pretendono di togliercelo, o di leggerlo come fa loro comodo. Ma se invece ci facessero pagare di meno i vari prodotti (CD, DVD ecc) forse le persone scaricherebbero meno avendo la garanzia di un prodotto di qualità che in rete non hanno ma che costa veramente molto meno.

venerdì 29 gennaio 2010

NUOVO SITO DEI TIFOSI DEL PISA A.C.
Aperto da pochi giorni il nuovo sito dei tifosi del Pisa "Leoninerazzurri"
Creato appunto dagli stessi tifosi, con video, news e naturalmente il Muro, dove esprimere idee, fare semplici chiacchere, commentare le partite, la stagione del Pisa ecc.
Unica pecca: il sito è molto moderato, quindi sono bannate le offese e gli scontri verbali con altri tifosi.... pazienza, nessuno è perfetto!