martedì 23 marzo 2010

STORIA DI NERIO


Storia di un uomo sfigato… anzi molto sfigato…

Mi chiamo Nerio Ferretti, classe 1951, nato a Arezzo. Tratto in arresto per la prima e unica volta nel 1994, condannato a pena definitiva a anni 17 e spiccioli per il reato riciclaggio. Premesso non a danno degli azionisti o risparmiatori ma a danno della Banca Centrale Italiana, raggirata secondo il Tribunale con titoli di stato. Avevo una quarantina di anni al momento dell’arresto, è pesavo all’ingresso in carcere (documentato cartella clinica Kg 82 ). Questo il mio calvario, a parte la presunzione di innocenza ho dovuto prendere atto della condanna definitiva cosi esorbitante da superare tangentopoli e i vari Parmalat e Cirio. Nonostante cercassi di prendere alla meglio tale situazione, girando tutti i cimiteri dei vivi sparsi per l’Italia, il mio corpo o meglio una parte si ammalò.
Operato d’urgenza in un ospedale civile a causa di un tumore mi venne esportato lo stomaco intero, proprio l’intero stomaco, mi alimento se cosi si può dire con brodini, succhi di frutta, pane bagnato nell’acqua. I miei genitori ci morirono di crepacuore. La dea bendata della sfortuna che però ci vede bene evidentemente non sazia, mi bacio nuovamente, regalandomi un forte diabete, una gamba mi sta andando in cancrena. Per la causa effetto di queste patologie ho problemi di denti e vista, deperito mio malgrado e problemi di pressione arteriosa. Dai 82 kg peso attualmente 40 kg. Sono di fatto uno scheletro che cammina… riconosciuto invalido civile al cento per cento, percepisco una minima pensione di invalidità. Il mio difensore diverse volte, l’ultima pochi mesi fa, perorò la mia causa davanti al Sinedrio del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, rigettando la mia richiesta di affidamento ai servizi sociali o in detenzione domiciliare (attualmente il mio fine pena è marzo 2007). Queste le motivazioni: Il Ferretti può benissimo essere curato presso il centro clinico carcerario (figuriamoci) e banalità del genere. La cosa più assurda la motivazione della dottoressa del centro clinico che mi aveva in cura ( da non credere in atti ) il Ferretti è un malato immaginario o meglio si ammala perché è depresso psicologicamente.

Se solamente potessi mandarvi una fotografia del mio corpo nudo, malato immaginario, paragonabile a quei poveri corpi visti in tv reduci dei campi di concentramento, ma potete venire a vedermi sempre se vi fanno entrare in carcere.
Lo scrittore Victor Hugo ripeteva che grattare la parola giudice troverete la parola boia … posso solo darci ragione. Quello che mi fa male, molto male e nel contempo che scrivo queste mie riflessioni amare i saduccei e farisei che mi hanno messo in croce assieme alla proba dottoressa del carcere di Pisa si fanno delle mangiate di aragosta alla catalana e bistecche alla fiorentina sic ! io invece il solito brodino vegetale per tenere in piedi i miei 40 kg con molta fatica, dato che continuo a perdere peso, che infamità questa giustizia forte con i deboli, debole con i forti.
Venite a trovarmi, ma fate presto, molto presto, sono come il panda, in via di estinzione, sono un uomo non protetto …
Grazie per avermi letto

Nerio Ferretti
Carcere di Pisa – giugno 2006


Ricordo, le prime volte che ti vedevo: lavoravi in cucina con quei pentoloni giganteschi che ci potevi entrar dentro, ricordo che ti osservavo in sezione cercando di capire cosa potevi aver combinato per essere li. Sembravi tutto fuori che un criminale, e infatti non lo eri cioè non lo sei. I criminali sono quelli che hanno tenuto in carcere per tutti quegli anni una persona come te, senza stomaco, diabetico ecc. ecc. Però Nerio non ti ho mai sentito lamentare, andavi avanti a testa alta facendo quello che c'era da fare. Ricordo quella volta che scivolasti in doccia e che venimmo ad alzarti: avevo quasi paura a toccarti tanto eri esile. Da li poi entrammo in confidenza, mi raccontasti la tua storia...ed io dissi "ma come è possibile" e ancora oggi continuo a dire...COME E' POSSIBILE??

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