giovedì 25 febbraio 2010

POLIZIOTTI EROI A PISA


Ieri pomeriggio a Pisa due eroici poliziotti il Sovrintendente Torsi e l'assistente Minozzi si sono distinti per aver effettuato il fermo di due pericolosissimi criminali ed il sequestro ad uno dei due di una letale arma in suo possesso. Ma veniamo ai fatti:
gli eroici tutori dell'ordine incrociavano ad un semaforo un auto sospetta con a bordo due pericolosi criminali, potenziali affiliati a qualche clan camorristico i quali vistosi notati aumentavano l'andatura fino ad una vera e propria fuga ad altissima velocità con la loro potente fiat 600, inducendo la volante ad uno spericolato inseguimento per le vie della città. L'auto veniva finalmente raggiunta e fermata sulla superstrada Fi-Pi-Li e dopo un accurata e non meno rischiosa perquisizione(data la pericolosità dei soggetti) uno di loro veniva trovato con addosso attorno alla vita, nei passanti dei pantaloni la pericolosissima e letale arma sopra citata: una "cintura di cuoio con una fibbia fatta a tirapugni". I due eroi in divisa, con estremo sprezzo del pericolo procedevano ad accompagnare i due sospetti camorristi in questura ed al sequestro di tale nociva e potentissima arma. Ebbene si, anche oggi i paladini della legge hanno reso più sicura la nostra città,togliendo una cintura dai pantaloni, quindi l'idea è di fare una raccolta di firme per proporli per un encomio al coraggio e al senso del dovere....oppure facciamo una raccolta alla S. Vincenzo dei Paoli così dopo la cintura gli troviamo anche il resto del guardaroba!!!

mercoledì 3 febbraio 2010


Berlusconi ha dichiarato che Israele è un esempio di democrazia
Questo ci fa capire in che mani siamo e la fine che potremmo fare se il Nanus Maleficarum non viene quanto prima messo a tacere. Chiamare democratico Israele è un insulto a tutto ciò che significa la parola democrazia. Un governo che nonostante l'olocausto sofferto si ostina a pretendere una terra promessa non si sa da chi, con ogni mezzo possibile. Che pur essendo una delle potenze economiche e militari più grandi, non rinuncia ad ottenere quel misero pezzetto di terra. Misero per Israele ma grande per paesi poveri come la Palestina, che altro non hanno che combattere coi sassi, contro missili terra- aria. Interi quartieri, città rase al suolo per colpire un solo terrorista, a volte anche solamente sospettato. Intere famiglie distrutte, cancellate. Questo non è un olocausto? Perché non facciamo due conti per vedere chi ne ha più morti: Israeliani o Palestinesi? Anche se di quest'ultimi il numero sarà inferiore, sempre di morti innocenti si tratta. Ma Israele è un esempio di democrazia, dice Silvio. E intanto a l'Aja viene annullata la sentenza di genocidio contro Al Bashir colpevole di 300.000 morti e 2milioni e mezzo di sfollati nel Sudan. Si va molto poco lontano così!!!


RADIO LONDRA...RADIO CARCERE

Oggi, martedì 21 giugno, anno del Signore 2006, sono le ore 21, tra pochi minuti inizierà attraverso Radio Radicale, la trasmissione per i detenuti, precisamente Radio Carcere, condotta da Riccardo Arena. Trasmissione decennale, centro, il dramma dei detenuti, come vivono ecc, telefonate in diretta da ex detenuti, lettere inviate sempre da detenuti e anche incontri in radio con vari esponenti politici, avvocati, magistrati. Si riparla di indulto, l’unica strada per saperne qualcosa di più è appunto radio carcere. In sezione scende una calma apparente, si abbassano i volumi delle tv, perfino gli extracomunitari con la loro radiolina si sintonizzano sulla stazione. Ogni cella diventa un centro partigiano, resistenza di uomini che anelano la libertà. Radio Londra, radio a transistor clandestine, che al momento e all’ora giusta accendevano sulla stazione inglese per sentire le ultime notizie sulla guerra. Oggi come all’ora per motivi diversi ma identico è lo sguardo sulle ali della libertà … sono certo anche per noi verrà un giorno in cui la libertà, la democrazia, l’uguaglianza sbarcherà nel nostro paese.

Certamente anche i pregiudicati se vivranno in una società giusta, onesta, essi stessi diventeranno onesti. Dopo avere parlato dello sciopero della fame di Pannella e di altri, dopo avere detto che a breve sarà messo in calendario la discussione dell’indulto, il conduttore parla dei morti in guerra: “ ricevo la lettera dal carcere di Prato, ci informano che Giuda Iscariota si è impiccato alle sbarre della cella, dal carcere di Solliciano, Barabba è deceduto nella notte, dopo avere chiesto aiuto per ore, è stata aperta una inchiesta. Dal carcere di Sulmona è morto tale Gesù, prima volta in carcere, dicono che era un sovversivo, deceduto sembra, da percosse da parte di guardie carcerarie, ignoti i motivi del pestaggio, anche qui sarà aperta una inchiesta. Dal carcere di Secondigliano ci fanno sapere che è morto Plinio il giovane, figlio del boss camorristico Plinio il vecchio, aveva un tumore alle ossa, sempre respinte le sue istanze di remissione in arresti domiciliari, chieste davanti al Sinedrio. I Farisei e Sadducei di turno, motivavano che poteva benissimo essere curato presso un centro clinico carcerario. Finito la lettura delle lettere, il bravo conduttore con la voce incrinata dà il saluto e ricorda il prossimo appuntamento per martedì prossimo, io ci sarò sic …

Giuseppe Musumeci
Ex detenuto carcere di Pisa – 21 giugno 2006

Lettera dell'amico Pippo nel periodo in cui si aspettava il tanto sospirato indulto

martedì 2 febbraio 2010









"Tua sorella Emanuela è viva e sta bene"
In Turchia Orlandi incontra Ali Agca

"ALI Agca, dimmi la verità: dov'è mia sorella Emanuela?". "Tua sorella, caro Pietro Orlandi, è viva e sta bene. Si trova in Europa, anche se non so esattamente in quale Paese. Quando ti fornirò certi documenti, queste carte ti aiuteranno e l'organizzazione che l'ha presa dovrà liberarla".
Dopo aver letto e sentito questa notizia non ho potuto far a meno di scriverci qualcosina. Dalle varie letture di libri inerenti alla criminalità Romana anni 70/80, e dei vari estratti processuali delle testimonianze, tutta questa storia sembra uno dei soliti vaneggiamenti di Alì Agca. Emanuela fu vittima degli intrighi tra la IOR (la banca Vaticana) e la Banda della Magliana. Quest'ultima usava la banca per riciclare il denaro sporco e la IOR che faceva i propri investimenti con questo denaro finanziò la campagna Polacca di Solidarnosch usando buona parte dei soldi affidatogli. Manuela, figlia di un impiegato vaticano fu rapita come controparte per la restituzione dei soldi alla banda, e in seguito uccisa e fatta sparire. Perché lei? Perché la figlia di un semplice impiegato e non di qualche pezzo grosso Vaticano? Perché la cosa avrebbe suscitato un polverone notevole, cosa che in questo modo sono riusciti a evitare, facendolo passare per un rapimento come ne avvenivano molti in quel periodo.
Ci sono testimonianze dirette e indirette del rapimento e la morte di Manuela, ci sono sospetti e sospettati ma nessuno è mai andato a fondo. Adesso se ne riparla, dando false speranze ai familiari, oppure magari un giorno qualcuno si deciderà a dire la verità. Ma con il Vaticano di mezzo ho dei forti dubbi.

lunedì 1 febbraio 2010

L'AGGREGAZIONE SOCIALE E' UN CRIMINE

Questa frase è stata pronunciata dall'ufficiale nazista Joseph Goebbels durante il processo di Norimberga. In poche parole è riassunto tutto il meccanismo di propaganda e di plagio delle menti del Terzo Reich. Basta individuare un nemico e accusarlo di qualsiasi crimine o pericolo, e ripetere le falsità 'cento, mille, un milione di volte'. La gente comincerà a crederci e qualsiasi menzogna si imporrà come verità.

Le falsità e le menzogne, le strumentalizzazioni che in questi mesi stanno colpendo l'ARCI e i suoi circoli non possono che far pensare ad una colossale opera di insulto e attacco degno di un apparato della propaganda.

I due quotidiani Libero e Il Giornale, tanto vicini ideologicamente quanto guardingi e cagnesci l'uno verso l'altro, improvvisamente nelle ultime settimane hanno trovato un nemico comune da combattere: l'ARCI. Il primo attacco recente è venuto dal quotidiano di Feltri, che in prima pagina, ha accusato un circolo di Milano, assieme al Naga (una onlus che assiste i migranti ) di aver redatto un manuale dell'illegalità. Nelle pagine prodotte dalle due associazioni, scandalo e vergogna dell'organo di stampa dei monarchici italiani, si informano i migranti su quali sono i loro diritti e come difenderli. Addirittura dagli abusi della burocrazia e delle forze dell'ordine. Probabilmente il pestaggio e la ragazza denudata e sbattuta in cella a Parma e i frequenti pestaggi di migranti per Feltri sono esempi di civile convivenza e difesa della legalità. Così come lo sfruttamento nei campi pugliesi (ma non solo) per turni di lavoro massacranti, sottopagati e in nero sono competitività produttiva nel sistema economico nazionale.

Esattamente una settimana dopo Il Giornale torna sull'associazione e lancia l'ultimo (ci sono precedenti nei mesi scorsi ) attacco. Parole di una violenza inaudita nelle quali l'ARCI diventa lo snodo di ogni illegalità e abuso italico. Descrivendo, fin nei minimi dettagli, una serata presso il circolo Magnolia di Milano a base di superalcolici, droghe e sballi vari. Sostanze legali, ma senza scontrino o alcuna ricevuta fiscale, e illegali. Una situazione che sarebbe preoccupante e inquietante, quasi verosimile, se non fosse che quella serata non c'è mai stata. Come ha dichiarato il presidente, la sera citata da Il Giornale il circolo era chiuso. Strumentale, e parziale, appare poi il riferimento al club di Genova che organizzava orgie e aveva ottenuto l'accreditamento come circolo ARCI. Dopo aver ironizzato in maniera grezza e banale, attaccando uno dei principi dell'associazione (la coesione e l'aggregazione sociale), il quotidiano non ricorda minimamente che, poche ore dopo l'intervento dei Carabinieri, l'accreditamento fosse stato prontamente ritirato, ponendo fine ad un raggiro che ha colpito l'associazione stessa per prima.

E' stato questo il terzo attacco in pochi mesi. Alcuni mesi fa, quando alcuni campi rom furono incendiati in tutta Italia, Il Giornale trasformò in una colpa la presenza di un operatore ARCI durante uno degli episodi. L'operatore fu definito un testimone totalmente non credibile, arrivando a teorizzare una 'industria della paura' ordita dai comunisti, con incendi realizzati ad hoc per attaccare il Governo Berlusconi e l'estrema destra. Accuse che, mosse da chi sulla paura del diverso, dell'immigrato, del musulmano vive e prospera da anni, appaiono decisamente squallide e fuori luogo. Perché l'ARCI, così come altre associazioni ed enti, non si trova nei campi rom per caso ma per una scelta di solidarietà e principi sacrosanti. Principi di integrazione multietnica, rispetto dei diritti, vicinanza con i più deboli ed emarginati della società. Parole che probabilmente ai frequentatori dei salotti televisivi e del jet-set mondano, sordi e ciechi di fronte alla società e alle sue istanze, appaiono terroriste e pericolose. E i salotti televisivi ci conducono direttamente al terzo attacco, insieme ad altri quotidiani e non solo, all'ARCI. Il principe dei salotti televisivi, Bruno Vespa, nei mesi scorsi ha pubblicato l'ultimo dei suoi libri. Affermando di essersi accostato alla società per far rinascere il giornalismo d'inchiesta sparito dalla cronaca italiana (Gomorra non è mai stato pubblicato ...). Vespa aggiunge di essere stato nei supermercati, a Lampedusa, a Napoli tra i cumuli dell'immondizia e in migliaia di altri posti. Nessuno l'ha mai visto ma tutti gli house organ dell'informazione mainstream si sono avventati a osannarlo e a diffonderne il sacro verbo. E, ovviamente, tra un'associazione che sono anni che vive coi migranti e i poveri della società italiana, che ne difende i diritti e ne vive le difficoltà, le sofferenze, l'esistenza quotidiana e un prezzolato opinionista, si sceglie il secondo. Le cifre, estrapolate non si è mai saputo da dove, di Vespa sono diventate l'ennesima occasione per attaccare l'ARCI e le altre realtà della solidarietà italiana.

Il durissimo comunicato stampa dell'ARCI dei giorni scorsi, non ripreso da nessuno, rappresentano l'indignazione per lo squallore, la strumentalizzazione e il degrado. Un degrado ancora più squallido nell'accertare che gli articoli del quotidiano del fratello del Presidente del Consiglio dei Ministri non giungono a caso. E hanno due mandanti ben specifici: un'associazione di esercenti, che si sente minacciata dalla socialità creata nei circoli ARCI, e uno specifico provvedimento governativo. Così come ricorda l'ARCI stessa, l'articolo di una delle ultime leggi emanate realizza una stretta verso le associazioni che forniscono servizi ricreativi e luoghi di incontro e aggregazione sociale.

I circoli ARCI, così come molti centri sociali e sedi di associazioni e movimenti, sono luoghi dove ci si incontra, ci si conosce. Ma soprattutto ci si confronta, si scambiano opinioni, si diffondono idee e pensieri. Per colui che ha definito la Costituzione Italiana 'sovietica', che ha tentato e tenta di piegare il diritto ai suoi interessi personali, che considera la cultura un peso e un costo inutili e una scimmia fallita il più grande statista del XXI secolo, tutto questo è pericoloso. Negli anni scorsi l'ARCI e i pacifisti, tutti coloro che si opposero al crimine della guerra e della morte infinita (sono agenzie governative statunitensi ad aver affermato che la guerra imperiale continuerà per decenni ...), furono definiti terroristi. Pericolosi criminali (magari da manganellare e pestare come suggerisce Cossiga, che è arrivato ad invocare violenza anche contro la Caritas e la curia di Milano, sicuramente luoghi di ritrovo di terroristi emuli di Al Qaeda... ) come coloro che difendono la cultura e l'istruzione pubblica, la salute e la propria libertà personale, come i migranti che chiedono dignità e diritti in quanto esseri umani e persone.

E' troppo facile per i vari Fini, Schifani (qualcuno comunque spieghi loro che Hitler gasò e incenerì non solo ebrei, ma anche altri popoli, dissidenti politici, omosessuali, religiosi vari, comunisti, oppositori ...) e compagnia danzante condannare e rinnegare i crimini di sessant'anni fa. Ma la dignità umana, il diritto alla vita e alla libertà vanno tutelati oggi, adesso. Il pensiero libero e creativo, il dissenso, non sono crimini. Sono l'aria che respiriamo, sono la speranza e gli ideali di ogni persona. Sono il motivo stesso per cui viviamo.